I miracoli di Gesù

(052)

Gli indemoniati geraseni (186.5)

Si scansano tutti dal fianco del monte perchè pietre e terriccio rotolano e rimbalzano per la china, e si guardano attorno stupiti.
"Ecco, ecco! Ecco là! Due...nudi affatto... vengono verso di noi e gesticolano. Folli...."
"O indemoniati" risponde Gesù all'Iscariota che ha visto per primo i due ossessi venire verso Gesù.
Devono essere usciti da qualche caverna nel monte. Urlano. E uno, il più veloce nella corsa, si precipita verso Gesù. Pare uno strano uccellaccio spogliato delle penne tanto va svelto e tanto remiga con le braccia come se fossero ali. Si abbatte ai piedi di Gesù gridando: "Qui sei, Padrone del mondo? Che ho a fare con Te, Gesù, Figlio di Dio Altissimo? Già è venuta l'ora del nostro castigo? Perchè sei venuto prima del tempo a tormentarci?"
L'altro indemoniato, sia perchè fosse legato nella favella, sia perchè posseduto da un demonio che lo fa tardo, non fa che buttarsi bocconi e piangere piano e poi, messosi a sedere, resta come inerte, giocherellando con i sassi e coi suoi piedi nudi. Il demonio continua a parlare per bocca del primo che si divincola al suolo in un parossismo di terrore. Si direbbe che voglia reagire e non possa che adorare, attratto e respinto nello stesso tempo dal potere di Gesù.
Urla: "Ti scongiuro in nome di Dio, cessa di tormentarmi. Lasciami andare!"
"Si. Ma fuori da costui. Spirito immondo, esci da costoro, e di' il tuo nome."
"Legione è il mio nome perchè siamo molti. Teniamo questi da anni e per essi spezziamo lacci e catene, nè c'è forza d'uomo che li possa tenere. Terrore essi sono, per causa di noi, e ce ne serviamo per farti bestemmiare. Ci vendichiamo su questi del tuo anatema. Abbassiamo l'uomo sotto la belva per irriderti, e non c'è lupo, sciacallo e iena, non avvoltoio e vampiro simili a questi che noi teniamo. Ma non ci cacciare. Troppo orrido è l'inferno!...."
"Uscite! In nome di Gesù, uscite!" Gesù ha una voce di tuono, e i suoi occhi dardeggiano splendori.
"Lasciaci almeno entrare in quel branco di porci che Tu hai incontrato."
"Andate."
Con un urlo bestiale i demoni si separano dai due disgraziati, e fra un improvviso turbine di vento che fa ondeggiare le querce come steli, si abbattono sui numerosissimi porci che con stridi veramente demoniaci si danno a correre come invasati attraverso le querce, si urtano, si feriscono, si mordono e infine si precipitano nel lago quando, giunti sul ciglio dell'alta scogliera, non hanno più che l'acqua sottostante per rifugio.
Mentre i guardiani, travolti e desolati, urlano di spavento, le bestie, centinaia, con un succedersi di tonfi precipitano nelle acque, spezzandole in un ribollire di spume, rigalleggiano, mostrando a turno i tondi ventri o i musi puntuti nei cui occhi è il terrore, e infine affogano.

Luogo del miracolo